UNA SERIE DI FORTUNATI EVENTI
Uno strumento utile e arricchente è stato per noi il corso pre-parto perché ci ha messo in fila tutta une serie di punti chiave sulla gravidanza, il parto, il post parto; ha fatto nascere in noi domande che non ci eravamo posti e ha chiarito dubbi e perplessità.
E’ grazie a questi incontri che anche Massimo è entrato completamente nel vortice della gravidanza: non bastano certo il pancione, tre taglie in più di seno e una pazza che sconvolge l’arredamento e l’organizzazione casalinga perché anche l’uomo si senta davvero parte di questa avventura!
Su questo argomento mi sento in dovere di spendere qualche parola e spezzare una lancia in favore dei padri: gli uomini non sono “incinti”. Non hanno tempeste ormonali in corso, il loro corpo non cambia, non si sentono da subito protagonisti e sta a noi renderli tali. Penso che sia compito nostro capire come farlo, trovare la chiave giusta per comunicare e trasmettere le emozioni travolgenti che sentiamo durante la gravidanza e questo va fatto perché il ruolo dell’uomo, che per me è stato fin’ora essenziale, è importante per creare le basi solide di due futuri e ignari genitori e per affrontare tutte le difficoltà che ci possono essere in questi nove mesi...e sono tante!
Ho scoperto che una gravidanza portata a termine è composta da una serie di fortunati eventi, che da un momento all’altro tutto può andare storto; possiamo perdere tutto a causa di impercettibili disequilibri biologici e bisogna essere pronti ad affrontare questa possibilità, forti. Cosa abbiamo dovuto affrontare io e Massimo?
Un rischio di aborto che ci ha emotivamente sfiniti ma tanto uniti, un rischio di nascita prematura che ci ha totalmente catapultati nella nostra imminente genitorialità e la cosa peggiore, la nostra spada di Damocle: la malattia. L’incognita di come avrebbe reagito il Parkinson tra mancanza di farmaci e un corpo diverso, ci ha accompagnato durante tutti questi mesi ed è stato quasi un salto nel buio, una sfida.
Ma abbiamo vinto. Dico “abbiamo” perché non ho mai affrontato nulla da sola, né una visita ginecologica né una visita neurologica; soprattutto queste ultime, che mi sconfortano solo per l’idea di doverle fare, che mi hanno fatto provare tanta rabbia e frustrazione, nonostante l’entusiasmo della mia neurologa nel trovarmi addirittura migliorata, che mi hanno fatto pensare sempre per tutto il viaggio verso la clinica di Padova “non è giusto”. Massimo è sempre stato fondamentale per ricordarmi che noi affrontiamo tutto giorno per giorno e, se va bene, ne gioiamo.
Se va male , cerchiamo di superarlo. Punto. Questa nostra intesa non è frutto del caso ma è il risultato di un lavoro di coppia profondo, durante il quale ci siamo messi a nudo senza paura di sembrare deboli ma semplicemente con la voglia di capirci e di aiutarci a vicenda, per essere pronti quando saremo una famiglia che dovrà affrontare anche le difficoltà di una malattia come il Parkinson.