Non è stata programmata, questa gravidanza.
È stata accolta con gioia e non poteva arrivare in un momento migliore, ma nessuno dei due ne aveva reale desiderio. È successi in un momento in cui eravamo sereni e ci sentivamo vicini: perciò non abbiamo avuto nessun dubbio, ma sapevamo rischi e incognite. Parkinson e gravidanza sono un binomio rarissimo e dunque ci sono poche informazioni, sopratutto riguardo i farmaci. Non ci sono abbastanza studi sugli effetti dei farmaci sul feto e perciò ho dovuto sospendere tutto. Questo è stato il primo grande scoglio da superare. Affrontare la malattia nuda, lsaciandole tutta la libertà di agire e di limitare la mia vita. Come tutte le donnne, non sapevo cosa aspettarmi dalla gravidanza, in maniera completamente singolare non sapevo cosa dovevo aspettarmi dal Parkinson. Avevo due paure e tanta rabbia. Ma ne ho ricavato una lezione che può essere utile a chi vuole intraprendere questa strada: è essenziale fare pace con se stesse e se non proprio serenem essere in grado di sotterrare l’ascia di guerra contro la malattia e pensare: va bene, piegami pure e fammi vedere che sono solo un debole essere umano, senza la medicina: ma sappi che sono più forte di te e non mi avrai. Io mi ripeto questo mantra ogni giorno: quando cammino male, quando non riesco a fare due passi dalla stanchezza, quando salgo in auto e devo concentrarmi come un neurochirurgo alla sua prima operazione solo per inserire la marcia. Non posso truccarmi con la mano destra? Divento mancina. Non becco un fusillo o una penna rigata con la forchetta? Uso il cucchiaio. Sono piccoli accorgimenti ma servono a non cadere in ginocchio, a non farsi umiliare. Mi servono perché posso concentrarmi sulla vita che cresce dentro di me e che ha bisogno di tutta la mia energia. Non è facile arrivare a questa serenità. Io ce l’ho fatta con tanto sforzo mentale, e l’aiuto di yoga e meditazione, che pratico da anni. Metto al loro posto i pensieri avvilenti che avrebbero potuto compromettere la mia serenità. Volete sentire come sibilano? Eccone alcuni: sarai in grado di tenere in braccio tuo figlio? riuscirai a prenderti cura di lui senza impappinarti le mani? avrai abbastanza energia per crescerlo? e soprattutto, e questo sibila come un serpente, come vivrà in futuro con una madre disabile?
Durante i primi mesi questi pensieri-serpe mi hanno perseguitata. Ora li so scacciare e non permetto loro di rovinarmi la vita. Ecco la cosa più importante da imparare. Non ci sono risposte scritte da nessuna parte, non ci sono simpatici libri pieni di foto tipo: incinta col Parkinsonm una guida per tutte le mamme.
Però ci sono bellissimi libri sulla gravidanza ed è davvero rassicurante leggere che le domande che ci poniamo se le sono fatte miliardi di donne nel mondo. E ci sono delle risposte concrete. Questo mi ha fatto sentire una normalissima donna in attesa di diventare mamma e mi ci sono concentrata.