Sei abituata ad una vita dinamica, a dividerti tra mille compiti, una doccia è più che sufficiente per rigenerarti, poi click capita qualcosa e tutto diventa difficile……
MI MANCA
Si corre tutta la settimana. Poi arriva il week end e potresti dormire. Invece no, il sabato mattina di buon’ora si parte,gli zaini stipati nel bagagliaio dell’auto. Si va al punto d’incontro stabilito ed una carovana di macchine parte alla volta di un posto fresco. La compagnia è gradevole, dopo aver parcheggiato le auto si comincia a salire lungo il percorso tortuoso, si parla, si ride, si ridistribuiscono i pesi negli zaini, si riempiono le borracce alla prima occasione. Inizia il percorso in fila indiana poi si formano i gruppetti a seconda della velocità di cammino o amicizia.
Ci si scambia zuccherini e frutta secca e si procede tra i primi sprazzi di sole tiepido sulla pelle che trapela tra gli arbusti.
Si avverte l’odore di muschio, di sottobosco, di funghi; le gambe si scaldano, si procede spediti, qualcuno ha il fiato corto e viene assistito dal buon Samaritano di turno oppure chi ne approfitta per riposare un po’.
Si arriva a metà percorso, uno spuntino ristoratore e si osserva il paesaggio cambiare sotto i nostri occhi e qualche fauna locale che fa capolino.
Forza. Zaini in spalla si riparte rifocillati.
Si continua in boschi, sottoboschi, cambia la vegetazione, prati, sentieri e pietraie; uno dietro l’altro avvolti in un chiacchiericcio di sottofondo.
Man mano che si sale la vegetazione si riduce in altezza.
Guardando più in su una roccia spiovente ospita un gruppo di camosci, vi vede visibilmente che ci sono anche dei piccoli nati nell’ultimo anno.
E’ ora di pranzo e si arriva alla meta, l’aria è rarefatta, frizzante pregna di verde e con un bel lago come vista. Si mangiano i panini portati da casa. Qui tutto è più buono anche il te senza zucchero del thermos preparato in tutta fretta all’alba.
Riposino, qualcuno gioca, c’è chi legge e chi pian piano monta le tende. Poi man mano ognuno da il suo contributo e tutto è pronto per la notte.
Qualcuno cammina ancora qua e la scoprendo ruscelli freschi dove qualche piede gonfio trova giovamento.
Immancabile qualche gavettone, qualche bottiglia in fresco in una insenatura ed un’anguria gigantesca a bagno. La sensazione è di libertà di ricarica e di giovialità.L’aria è fresca, si fa un po’ umida verso sera. Gli abbigliamenti si fanno più pesanti, a strati.
E’ tutto sotto controllo, le tende montate, il falò in sicurezza, le chitarre sono appoggiate alle tende e le vivande pronte.
La serata scorre lieta e distensiva tra canti e racconti al chiaror di luna e con un crepitio del fuoco di sottofondo.
Bisogni fugaci tra gli alberi circostanti e via nelle tende per un dovuto riposo anche se qualche sasso disturba un po’ il sonno attraverso il sacco a pelo.
L’indomani si smonta tutto e si riparte per la cascata ancora un po’ più in sù. Si avverte lo spruzzo vaporizzato della cascata ancora prima di vederla. E’ maestosa, bella rinfrescante e da senso di pace.
Un boccone, un riposino e si ritorna giù. Un po stanchi, coi piedi fiacchi, bruciacchiati nonostante la crema solare, muscoli doloranti per l’acido lattico in giro per il corpo.
Pian piano ecco le auto, Un’ultima cioccolata o caffe’ al bar vicino.
Questa notte dormiremo bene, dopo una doccia, gli occhi ed orecchi pieni di meraviglie e pronti per la prossima settimana.
Danila
ps. questo fino a poche settimane dall’esordio della malattia,vita all’aria aperta spensieratezza, gioia e leggerezza di vivere. E poi la vita si presenta x ciò che è … è suonato il tuo campanello e le possibilità sono 2 ….o soccombi o lotti ….indovinate la mia scelta.????
“Ora conosco il tuo nome“
intervista con Danila Piovano a RadioParkies
A tutte le persone che ogni giorno lottano,
anche se non sanno per o contro cosa
ma trovano comunque senso per andare avanti.