Corsi 2024-25 Parkinson [via C. Lombroso16]
TAIJI for PARKI, TAIJI for HEALTH!
Progetto realizzato con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese
La pratica del Taijiquan, con l’enfasi sulle sequenze,i movimenti lenti e altamente controllati, ha dimostrato di essere utile nel percorso di reinsegnamento delle funzioni neuromuscolari perdute. Inoltre il Taiji lavora sugli stimoli attentivi, interni ed esterni,che sono alla base dell’approccio riabilitativo tradizionale alla malattia di Parkinson:concentrazione, postura, sequenze motorie, equilibrio,connessione delle parti del corpo, intenzione mentale della pratica eintegrazione tra azione fisica e mentale.
MERCOLEDÌ 10:30 | 12:00
VENERDÌ 12:45 |13:45
Polo Culturale Lombroso 16 - via Lombroso 16 [metro Marconi]
istruttrice Alberta Coccimiglio
Inizio corso 16.09.2024
Fine corso 11.06.2025
Quote di partecipazione
Quota associativa annuale Taiji-to € 20 + Quota associativa AIGP € 10
Condizioni
• Certificato medico di idoneità per attività sportiva non agonistica
• Compilazione Domanda di Ammissione a Socio/a a Taiji-to e AIGP
Per partecipare ai corsi per prima cosa bisogna presentare la Domanda di Ammissione,
Trovate le modalità IN QUESTA PAGINA DEL SITO TAIJI-TO, la trovate anche nell'indice del nostro sito in alto a sinistra, scegliendo "Associazione TAIJI-TO" e poi "Domanda di Ammissione". Solo dopo l'Ammissione, si dovrà versare tramite bonifico il contributo per attività istituzionale descritto più in alto in questa pagina.
La pratica del Taijiquan, ponendo l’enfasi sulle sequenze ed i movimenti lenti e controllati, ha dimostrato di essere utile nel percorso di reinsegnamento delle funzioni neuromuscolari perdute. Inoltre il Taiji lavora sugli stimoli attentivi, interni ed esterni, alla base dell’approccio riabilitativo tradizionale alla malattia di Parkinson: concentrazione, postura, sequenze motorie, equilibrio, connessione delle parti del corpo, intenzione mentale della pratica e integrazione tra azione fisica e mentale.
Coloro che desiderano iniziare questa disciplina orientale possono contattare Alberta Coccimiglio.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. T. 3274676922
Il corso: contenuti e modalità di svolgimento
Il corso si svolge presso il Polo Culturale Lombroso 16 e prevede due lezioni settimanali.
La lezione si sviluppa in tre momenti principali: la prima parte è dedicata agli esercizi di scioglimento (con particolare attenzione a mobilità articolare, elasticità muscolare, allungamento della colonna vertebrale); nella seconda, esercizi specifici - statici o dinamici - intervengono sul potenziamento delle capacità coordinative e funzionali; nella terza parte si lavora sull’apprendimento, la memorizzazione e la pratica di sequenze di movimenti (dette “forme”), di lunghezza variabile.
La pratica si sviluppa contestualmente sul piano fisico e mentale. A livello fisico il lavoro si concentra sul potenziamento delle capacità strutturali del corpo, sul miglioramento della stabilità posturale, sul rafforzamento delle capacità coordinative (equilibrio, coordinazione del movimento, propriocezione). A livello mentale sviluppa capacità connesse alla memoria, al multitasking e alla consapevolezza. Movimento e consapevolezza sono strettamente connessi anche grazie a due “strumenti”: la lentezza dei movimenti, che riporta mente e corpo ad ascoltarsi e a dialogare, e il lavoro sulla respirazione, che avviene con il supporto del Qi Gong, la ginnastica energetica cinese.
Photo credit: Edoardo Cravero
Il progetto “Taiji for Parki, Taiji for Health!”
Il progetto nasce nel 2023 dalla collaborazione tra AIGP (Associazione Italiana Giovani Parkinsoniani) e Taiji-to, con l’obiettivo di ampliare la conoscenza e la diffusione di questa disciplina orientale, favorendo in particolare l’accessibilità a persone con Parkinson, o altre patologie neurodegenerative, e caregiver.
In occasione della stagione sportiva 2024/25, il corso è stato avviato con il finanziamento dell’8xmille della Chiesa Valdese, il sostegno di AIGP e grazie alla scelta di Taiji-to di realizzare questa attività gratuitamente.
Sempre grazie al sostegno della Chiesa Valdese è attualmente in corso inoltre la produzione di un cortometraggio dedicato al rapporto fra taijiquan e parkinson, per mettere in luce il filo rosso che lega la pratica alla malattia, grazie alla collaborazione con Giancarlo Tovo, regista e praticante di taijiquan con Parkinson.
Il progetto consolida il rapporto che Taiji-to e AIGP hanno sviluppato a partire dal settembre 2018, quando venne dato avvio al primo corso di Taijiquan che Taiji-to, grazie all’istruttore Massimo Massara, studiò per destinarlo specificatamente a persone con Parkinson. Il corso, che è alla sua settima edizione, ha nel tempo ampliato la partecipazione e oggi coinvolge stabilmente 12/14 studenti.
Oltre al corso, nel tempo sono state avviate iniziative volte a favorire la socialità e a sostenere la creazione di momenti di aggregazione e pratica collettiva aperti a tutti gli studenti dell’associazione.
Nella primavera 2023 il gruppo di allievi del corso di Taijiquan per Parkinson ha partecipato al Festival dell’Oriente, realizzando un’esibizione pubblica (la prima in Italia): l’esperienza si è ripetuta con successo in occasione dell’edizione 2024 del Festival.
I corsi si svolgeranno presso il locale "Lombroso16" in via C. Lombroso 16 TORINO [200 mt dalla fermata metro Marconi]
OPM/2024/49027 Bando Fondi 8x1000 Chiesa Valdese 2024
“Progetto realizzato con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese”
Perché un corso di taijiquan dedicato a persone con Parkinson
Il taijiquan praticato da persone con Parkinson può operare su molteplici livelli:
- intervenire sul rinforzo muscolare e sulla coordinazione motoria, che tende ad essere persa a causa della rigidità e della bradicinesia, fra i sintomi principali della patologia;
- recuperare la deambulazione: contrastare la tendenza a non oscillare più le braccia, che causa un irrigidimento del busto e, di conseguenza, produce una camminata fatta a piccoli passi trascinati (ndr la camminata nel taijiquan prevede la coordinazione di braccia e gambe);
- organizzare il movimento: nel taijiquan è importante e viene esercitata attraverso l’esecuzione di figure più o meno complesse. Il taijiquan implica strategia, attenzione, organizzazione e sequenzialità del movimento e si pratica con esercizi cognitivi, che coinvolgono e allenano il corpo ma al tempo stesso la mente;
- creare soluzioni che compensino difficoltà e ostacoli nella mobilità (senza sostituirsi alla fisioterapia), attraverso lo studio di sequenze di movimenti fluidi e continui da praticare a casa e meccanismi mentali da mettere in atto per muoversi correttamente al di fuori della palestra e facilitare il recupero del movimento nei momenti di irrigidimento e blocco (freezing).
- migliorare la capacità respiratoria e la postura attraverso la ginnastica respiratoria (qi gong); la postura, alterata dall’andamento della malattia, enfatizza la tendenza a curvarsi in avanti o a inchinarsi lateralmente. La ginnastica respiratoria richiede di mantenere una posizione eretta e quindi favorisce la capacità respiratoria.
L’apprendimento mnemonico delle posizioni contenute nelle forme avviene prima in maniera statica, e solo in un secondo momento integrando con lo spostamento nello spazio (camminate). L’integrazione del movimento avviene prima sulla singola posizione (ripetizioni) e poi sulla composizione di mini-forme. Anche le capacità coordinative, l’equilibrio e la coordinazione (inclusa la coordinazione dissociata) sono allenati attraverso esercizi sia statici, sia dinamici.
La lentezza che si adotta nel taijiquan - che nel Parkinson è presente e connessa al rallentamento motorio e di pensiero - permette al praticante di eseguire i movimenti coltivando la fluidità, la consapevolezza e la propriocezione.
La pratica collettiva del taijiquan porta con sé anche benefici indiretti, due fra tutti: favorire la socialità, il contatto con altre persone che hanno la stessa patologia: la socialità permette la condivisione, la presa di coscienza che la propria condizione non è esclusiva e isolante, ma che può essere condivisa con altre persone. Infine, la pratica consente di sviluppare un rapporto di fiducia e di ascolto reciproco tra istruttore e praticante, dove la condivisione della malattia rappresenta un terreno di lavoro comune con l’istruttore, pur nella consapevolezza che ognuno è diverso dagli altri, anche nel rapporto con la malattia e con il proprio corpo.